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Molti sono nel corso dei secoli i tribunali che talvolta più per la loro fama che per il loro fine hanno lasciato la loro indelebile traccia nella storia, basti pensare, tra i tanti, alla Santissima Inquisizione di Roma o ancora alla temutissima Inquisizione spagnola.

Sempre rimanendo in Europa, ma spostandoci più a nord, in corrispondenza della Vestfalia ecco riemergere un’istituzione forse meno nota, ma certamente assai letale in termini di metodi e di operato, ossia la Corte Vehmica.

Nata nel corso dell’Alto Medioevo e sopravvissuta fino al 1811, anno della soppressione durante la parentesi napoleonica, la Sacra Vehme era composta da un gruppo di giudici, le cui corti, che all’occorrenza si riunivano presso la città di Dortmund, agivano con la massima segretezza.

Coloro che ne facevano parte, solitamente membri della classe politica dominante e che potevano aderirvi solamente tramite iniziazione, avevano la facoltà sì di punire qualunque crimine, ma anche quella di emettere segretamente delle condanne a seguito di procedimenti sui quali era mantenuto il medesimo riservo.

Gli stessi condannati, che spesso erano all’oscuro della loro stessa imputazione, venivano quindi giustiziati sempre in segreto, mentre i loro corpi erano infine appesi agli alberi come avvertimento.

Riguardo alla terribile corte, il cui ricordo rimane sospeso tra verità e leggenda, molti documenti storici, utili a far chiarezza sull’argomento sono stati raccolti nell’Ottocento da Jean Nicolas Etienne de Bock, autore di uno scritto che Yume edizioni ha deciso di far rivivere andandolo a inserire nella sua Piccola Biblioteca delle Curiosità.

Non a caso, dal 31 marzo, LA CORTE VEHMICA – IL TERRIBILE E OCCULTO TRIBUNALE MEDIEVALE è disponibile in libreria e nel nostro shop online.

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